giovedì 6 dicembre 2007

Sinistra Generazionale

Aderiamo all'appello delle organizzazioni giovanili dei quattro partiti della Sinistra italiana, in occasione dell'Assemblea Generale dell'8 e 9 dicembre a Roma, per una politica più partecipata dai giovani

Siamo ragazzi e ragazze di quella che è stata chiamata “Generazione X”, cresciuta con la «crisi della politica», il crollo delle ideologie, il pensiero unico e la fine della storia
Nei movimenti globali, ecologisti e pacifisti di inizio millennio abbiamo ritrovato una nostra mutevole identità ed in questi anni non ci siamo rassegnati a delegare ad altri la nostra passione ed iniziativa politica.
Siamo una generazione che vive oggi sulla propria pelle la crisi verticale del nesso lavoro-cittadinanza costruita attraverso il paradigma della precarietà come condizione legata non solo alla dimensione professionale e del contratto di lavoro, ma come dimensione esistenziale generale, e che riguarda la casa come l’istruzione, la mobilità come l’accesso a saperi e cultura, la libertà di scegliere liberamente sulla tua vita, di seguire i tuoi orientamenti sessuali, come la promessa di un avvenire di guerra, cambiamenti climatici ed instabilità globale.
La precarietà diviene allora il furto più terribile che si possa fare ad un giovane: il furto della possibilità di immaginare, costruire, organizzare il tuo futuro fuori dal ricatto costante del profitto e del comando.

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Laicità e diritti civili

Segnaliamo l'intervento di Susanna Camusso all'assemblea plenaria degli Stati Generali della Sinistra milanese

Il tema è ovviamente complesso, ed avendo lo scopo di introdurre proverò a delinearne i caratteri senza sottrarmi al vantaggio di poter fare qualche provocazione.

Il tema della laicità pare sottoposto ad un progressivo ostracismo, basta pensare a quel bisogno compulsivo di collegarlo a qualche aggettivo che cerca di limitare il senso, la laicità buona, perché ce n’è una cattiva?

Oppure uso dell’ismo teso a valorizzare a diminuire il senso.

Vorrei invece provare a legarlo a quella che oggi mi pare l’essenza:

libertà, e per l’esattezza libertà di

  • libertà di amare

  • libertà di procreare e quindi di non farlo

  • libertà di curarsi e quindi di non curarsi

  • libertà di avere una fede e quindi di non averla

  • libertà di progettare la propria vita con le scelte e la complessità della sfera di vita

  • libertà di agire i propri diritti e quindi il riconoscimento che si hanno diritti di scelta


che vi sia un nesso tra libertà e laicità, forse, è in qualche angolo delle menti riconosciuto.

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martedì 4 dicembre 2007

SVEGLIA!!! -Giovani impressioni sugli Stati Generali a Milano-

Dopo un week end trascorso tra la sala della Provincia e la Camera del Lavoro ho sentito l’esigenza di tirare le somme. Già…i segretari hanno tirato le loro conclusioni, “un risultato straordinario” hanno detto, e noi da quella platea ci siamo guardati, abbiamo sorriso, abbiamo applaudito, ma di certo non eravamo soddisfatti come loro!

La partecipazione è stata grande, non c’è dubbio, ma in tutti i sensi: dov’erano i giovani, i tanto acclamati uomini e donne del futuro? Chiunque sia passato da un’assemblea durante questi due giorni non può non aver notato che l’età media era veramente troppo alta per un luogo in cui si andava a costruire la politica del futuro, la nostra politica.

Sono capaci tutti a dire che stiamo costruendo qualcosa di nuovo, che se i nostri intenti giungeranno a buon fine avremo fatto passi da gigante per un futuro dove la Sinistra abbia nuovamente un peso politico, “nuovo” e “futuro” sono due termini che senza i GIOVANI non dicono nulla.

Per l’ennesima volta dei partiti che tanto acclamano la partecipazione dei giovani e che si dicono aperti al confronto e stupiti dalla scarsa partecipazione delle nuove generazione alla politica in un momento cruciale sembrano essersi dimenticati di noi!

Non basta chiamare a sedere sul palco un ragazzo sotto i 25 anni per far tacere tutta una generazione che attende solo di aver voce in capitolo, non serve schierarsi sulla difensiva quando molti giovani di questa città pongono sul tavolo delle critiche…guardiamoci negli occhi…sì, voi, voi che avete alle spalle chissà quanti anni di vita di partito e altrettanti di movimento, voi, voi che avevate il dovere di trasmettere qualcosa alla generazione dei ventenni di oggi che invece avete lasciato in balia di se stessa distratti dalle corse al potere, voi, voi che questi Stati Generali li avete convocati senza cercare di coinvolgerci…dove pensate di andare?!

SVEGLIA!!!
Per una volta siamo noi a buttarvi giù dal letto…smettetela di accontentarvi di risultati conquistati senza noi al vostro fianco! Un giorno noi ci stuferemo, quella ventina di ragazzi di Milano e Provincia che oggi per costruire la Sinistra Unita e Plurale del futuro ha puntato la sveglia, perché di certo voi non sareste andati a chiamarli se avvolti tra la braccia di Morfeo, prima o poi la smetterà di lottare per cercare di far valere le proprie lotte e a perderci sarete prima di tutto voi: non c’è nulla di peggio che lottare, vedere i risultati avvicinarsi, ma non raggiungerli perché si sono sbagliati i calcoli, o forse è meglio dire i metodi!?

Spero che quel giorno sia lontano, spero, con l’innocenza politica dei miei 20 anni, di riuscire ad insistere ancora per parecchio tempo a tampinarvi, ad uscire da un’assemblea guardandovi negli occhi e dicendovi: “Io ci credo, ci ho creduto, continuerò a crederci, ma aprite gli occhi perché non penso sia merito vostro”.

Sogno una Sinistra, senza aggettivi, Sinistra è Democrazia, Democrazia è Partecipazione, ma la Partecipazione senza la possibilità di Confronto serve a ben poco.

E’ proprio il confronto generazionale ad essere mancato, in una due giorni dai tempi stretti, con gli interventi monopolizzati era difficile trovare spazio…non chiedevo un tappeto rosso, mi bastava una porta, dallo spioncino non ci passo!

…Io continuo a sognare, a puntare la sveglia, attendendo il giorno in cui i nostri comodini suoneranno insieme per scelta di entrambi, non per puro caso…ma se mi stufassi prima non stupitevi se arriverò in punta di piedi e vi tirerò via le coperte!

Ilaria

sabato 1 dicembre 2007

A Sinistra con Sicurezza

Negli ultimi tempi il problema della sicurezza è esploso nel dibattito nazionale, o forse è meglio dire che è stato fatto esplodere dai media. La sicurezza, di qualunque tipo, è sempre stato un cavallo di battaglia della destra, che declinandola come sicurezza nazionale riesce sempre a giocare sulla paura delle persone per portare avanti idee repressive e violente.

In queste situazioni infatti, la paura del diverso diventa il pensiero dominante, scaricando così tutte le colpe del disagio su qualcuno che ci sembra così lontano da noi.

D'altra parte, non si può nemmeno pensare di negare il problema. Le risposte che la Sinistra tende a dare spostano il punto di vista della questione, facendo notare ad esempio come buona parte delle violenze in famiglia abbiano come protagonisti gli italiani più insospettabili, e quindi qualcuno apparentemente uguale a noi tutti.
Questo atteggiamento ha il pregio di non alimentare la paura del diverso, ma rischia anche di essere percepito come un modo per non affrontare il problema, provocando così rabbia nelle persone che non si vedono tutelate.

Quindi, la prima cosa che dovrebbe dire la Sinistra è che il problema Sicurezza esiste, e non è solo la destra ad occuparsene. Anzi, proprio per la sua caratteristica di sostegno alle fasce più deboli, la Sicurezza è un problema prioritario della Sinistra, forse più che chiunque altro.

L'incertezza, la paura del diverso, la violenza, il degrado generano una percezione diffusa di mancanza di sicurezza e ci si aspetta che sia lo Stato, con il potere della Legge, ad occuparsi della questione. E' ovvio che il primo pensiero è quello di poter avere sempre un agente delle forze dell'ordine al proprio fianco, un cavaliere pronto a difenderci in qualunque situazione.
Ma non è così che risolviamo realmente il problema. Non è la repressione delle forze dell'ordine che può rendere più sicuro questo paese, sia questa diretta contro i lavavetri, o, come è stato provocatoriamente proposto, contro tutti i maschi italiani.

Ad esempio, sulla questione delle violenze commesse dai migranti, è inutile rispondere che in realtà sono i mariti la categoria responsabile di un maggior numero di crimini. Quello che conta, in questo caso, è anche la percezione, e bisogna quindi rispondere all'esigenza di sicurezza dei cittadini e delle cittadine, rompendo innanzitutto l'equazione migrante uguale violento pericoloso.
Come? Certamente è indispensabile confutare i dati sui reati commessi, molto spesso manipolati ad arte per alimentare questa idea, che fa comodo un po' a tutti. Trovare il capro espiatorio è sempre stato un sport molto popolare, e comodo anche per chi dovrebbe assumersi le proprie responsabilità.
Inoltre, è senza dubbio necessario anche agevolare l'integrazione e il dialogo fra le diverse culture per abbattere le barriere che ci fanno percepire l'altro come “diverso” e che rendono possibili fenomeni di paura xenofoba.
Ma non basta. Bisogna rendersi conto che, se è vero che non tutti i migranti sono delinquenti, è anche vero che la nostra società non permette ai migranti di vivere in buone condizioni, e questo favorisce una maggiore presenza di delinquenti all'interno di questa comunità. Il rischio è che tutto questo si trasformi in una guerra tra poveri.

Questo introduce anche il problema del degrado delle periferie, che sono state quasi scientificamente lasciate in balia degli eventi, creando delle zone che sembrano essere al di fuori di qualsiasi legge, e certe volte anche della dignità umana. C'è stata la precisa volontà da parte dei poteri forti di creare delle bolle dove nascondere tutto quello che è meglio non vedere.
Questo ha portato a situazioni di degrado e di ghettizzazione tali che alcuni quartieri periferici non respirano più, non vengono curate le infrastrutture, vengono abbandonati nella speranza che implodano il più presto possibile. Di certo non si può pensare di trovare una soluzione reale al problema Sicurezza quando si creano apposta le condizioni in cui fenomeni violenti si sviluppano più facilmente. Risolvere la questione significa innanzitutto rendere ugualmente vivibili tutti i quartieri della città.

Non è possibile dunque che l'ondata repressiva coinvolga anche quei luoghi di aggregazione e cultura che molto spesso rappresentano l'unica possibilità di vivere pienamente il proprio quartiere. Inoltre, le trasformazioni metropolitane a cui abbiamo assistito negli ultimi anni tendono ad andare nella direzione opposta alla maggiore sicurezza, tendono a rendere la città più scorrevole e meno vivibile, ogni luogo viene pensato come esclusivamente da attraversare il più in fretta possibile e non da vivere affinché diventi un luogo di aggregazione e quindi di sviluppo della cultura. La speranza infatti non può che risiedere nell'istruzione dei ragazzi e delle ragazze, che solo imparando a vivere insieme, valorizzando le differenze delle altre persone, possono costruire un futuro migliore.

Insomma, la soluzione per affrontare lucidamente il problema è quella di non generalizzare e non banalizzare. Bisogna prendere in seria considerazione i fenomeni di violenza che nascano all'interno di diverse comunità di persone, il bullismo tra gli studenti, le violenze private nelle famiglie, la criminalità tra i migranti e la popolazione più povera, il danneggiamento della città nelle aree più degradate. Ci si deve impegnare a cercare le ragioni profonde che sono causa della nascita di queste manifestazioni violente. Questi fenomeni esistono e non si devono risolvere con una politica repressiva, che rischia di limitare la libertà anche delle persone oneste senza raggiungere gli effetti desiderati, arrivando in alcuni casi a peggiorarli. Lavorare per la soluzione del problema Sicurezza significa cominciare fin da subito con interventi sociali che abbiano l'obiettivo di migliorare la condizione di tutti, diminuendo il divario tra la popolazione, presente soprattutto nelle grandi città.
Non si può far finta che il problema Sicurezza non esista o che debba essere ridimensionato. Bisogna affrontarlo immediatamente in tutti i suoi aspetti, senza ipocrisie, avendo una visione complessiva ben definita e risolvendo i disagi sociali che ne sono causa.
Rimanendo a Sinistra con Sicurezza.

Luca e Matilde