lunedì 22 ottobre 2007

La Sinistra unita per cambiare tutto

Un treno carico di aspettative è partito da Milano all’alba di sabato. Una prova di determinazione già in partenza, un lungo viaggio che ha caricato ancora di più di significato questa magnifica giornata del 20 ottobre. Ci siamo ritrovati, ancora una volta, a condividere un pezzo della nostra vita, una condivisione fatta di idee, passioni, progetti, corpi e sentimenti che si mescolano e si contaminano tra di loro. Abbiamo sperimento, anche nella piccolezza di una carrozza di un treno nuove forme di socialità, occupazione di diversa degli spazi, vivibilità sostenibile, insomma tutte quelle pratiche che caratterizzano la nostra lotta.
Abbiamo lasciato a casa la precarità del nostro vivere quotidiano e per un giorno abbiamo vissuto in un’oasi, un’oasi che in piazza della Repubblica si è mostrata bagnata da un mare rosso di bandiere. Bandiere che ancora recavano i simboli che ricordavano le nostre divisioni: bandiere che nel nostro cuore speriamo che presto siano tutte uguali, tutte rosse come sabato a Roma. Ci siamo tuffati in questo mare e siamo andati a conoscere i compagni e le compagne da cui troppo spesso ci siamo divisi, ma che da ora saranno al nostro fianco nelle nostre lotte. Passare in mezzo al corteo e guardare in faccia tutte quelle persone è stata un’emozione fortissima, la materalizzazione di una speranza di unità che forse, per una volta, sarebbe diventata realtà. Svettavano in mezzo alle altre le bandiere di Sinistra Democratica, della CGIL ribelle all’editto di Epifani, dei compagni e delle compagne del No Dal Molin, che erano in piazza insieme a noi, con le loro bandiere bianche che ci ricordano un’idea fondamentale, che tutti dobbiamo sempre avere in mente: ASCOLTARE LA BASE NON COSTRUIRLA.
E poi gli studenti, i e le giovani precari/e, insomma i giovani tutti e le giovani tutte. La vera anima del corteo, nonostante fossero stati relegati (come al solito) in fondo. L’anima colorata, l’anima passionale, l’anima di chi ogni giorno lotta per stabilizzare la propria vita precaria di studente e di lavoratore. Siamo arrivati in tanti portando le nostre esperienze di unità e di confronto tra le sinistre, abbiamo portato in piazza le nostre sperimentazioni che vogliono dare una risposta ad un presunto calo di partecipazione e al disinteresse crescente dei ragazzi e delle ragazze alla politica. Abbiamo dimostrato che i e le giovani d’oggi ci sono, e vogliono una sinistra unita e forte, che possa veramente cambiare con il conflitto sociale un mondo che ormai ci sta stretto.
Un’altro mondo ormai non è solo possibile, è necessario, e lo diventa sempre di più ogni giorno che passa. Siamo giovani e siamo piene di speranze: non abbiamo nessuna intenzione di assoggetarci alle logiche neoliberiste di centrodestra e di centrosinistra.
Noi vogliamo costruire una sinistra vera, una sinistra che risponda ai bi-sogni che ognuno di noi ha. Reclamiamo i nostri diritti, chiediamo saperi liberi per tutti/e, reddito formativo, un lavoro che dia dignità al nostro stare nella società, vogliamo vivere le nostre relazioni e la nostra sessualità senza gabbie vincolanti.
Siamo arrivati in piazza S. Giovanni quando ormai era già buio, stanchi, provati, ma soddisfatti di una giornata che ha segnato un momento epocale per la sinistra italiana. Quando si racconterà, noi potremmo dire “Io ero lì a costruire la Sinistra”. La musica ci ha dato la forza per resistere gli ultimi momenti al gelo della piazza, mentre pian piano la gente si disperdeva, con il sorriso sul viso per aver fatto qualcosa di importante quel giorno.
Siamo arrivati sul treno e, stremati, ci siamo buttati sui sedili, volendo soltanto dormire. Ma l’entusiamo ha permesso i primi commenti, e il sonno l’abbiamo visto molte ore dopo.
Di una cosa siamo certi: abbiamo ancora molte energie per continuare a portare il conflitto nei nostri territori. Non ci troverete mai veramente addormentati, saremo sempre pronti a lottare .
Nessuno abbia paura, vogliamo cambiare tutto.

Luca

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